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La Liguria montaliana, Minorca, le coste spagnole, Venezia: i protagonisti di questi otto racconti si muovono tra città e isole del Mediterraneo, ricomponendo frammenti di vite intense ormai perdute, cristallizzate nel ricordo, nel dettaglio di una fotografia. Ed è proprio dalla contemplazione di vecchie foto che i personaggi riprendono corpo e vita, come se quella scioccante "presenza di un'assenza" permettesse loro di trovare le vie del passato. Heinz, console onorario in un paesino ligure a picco sul mare, come un personaggio di Hemingway nato per perdersi, con la sua disperata vitalità, i suoi tuffi perfetti, i litri di gin contro la nostalgia, e il sogno di trasferirsi sull'isola di Tonga, dove si può con un passo superare la linea immaginaria che separa l'oggi dallo ieri. Paula, dalla bellezza sensuale e sfrontata, un tempo copertina di Vogue, giocatrice d'azzardo di cui tutti si innamorano. Un critico d'arte che torna a Venezia dopo molti anni, alla ricerca del desiderio di quella ragazza americana dai capelli rossi e dagli occhi di ardesia che credeva di leggere il suo destino nelle stelle. Attraverso personaggi irrequieti, storie di amore, di perdita, di gioco e di nostalgia, la scrittura di Nooteboom asseconda le vibrazioni delle immagini. Perché, come scriveva Roland Barthes nella "Camera chiara" trent'anni fa, una fotografia rappresenta l'impotenza di dire ciò che è evidente, e la letteratura nasce intorno a un'immagine mancante, a un ricordo ancor vivo.