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La poesia di Michelino Fistetto attraversa l'esistenza, per dove l'animo non si sforza di comprendere, ma di sentire l' oltre' ragione, scoprendo l'enigma pronto a risolversi in mistero d'amore. La parola poetica diventa confluenza di profonde allusioni ai motivi dell'esistenza, vissuti in prima persona dal poeta come momenti del comprendere, durante i quali affacciarsi al non confine tra la vita ed il morire; tra la differenza delle espressioni ed il ripetersi dei contenuti delle emozioni, mai lontani nell'accompagnare l'uomo fin nel remoto del suo ascoltarsi. Il poeta ritorna ad essere un moderno Orfeo, nella composizione poetica di Fistetto, neppure tentato a voltarsi indietro, per rivedere la sua Euridice nel cronotopo del aldilà': l'uno si rende molteplice nella somiglianza dei caratteri, pertanto basta guardare avanti perché il ritorno si traduca in riconoscimento dell'assente come presenza di richiamo. Presenza senz'altro memoriale, ma non di un passato trascorso: il presente è il tempo del desiderio ritrovato, finalmente. Se non nella realtà, almeno nella veggenza della scena, poeticamente ri-figurato.