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Qui non si indica la politica fatta dalle "donne in quanto donne", ma vuole cercare tracce e testimonianza di un altro modo di intendere e di praticare la politica, un modo più efficace, sovversivo e inedito; un modo che mostri la donna come presenza viva e parlante e non come oggetto del discorso politico, non come una questione sociale o come una categoria colpita da determinate ingiustizie e violenze o, peggio come un criterio numerico da adottare per i consigli di amministrazione. "Quando la differenza fa la politica" vuole mettere in scena la parola autorevole delle donne, la competenza simbolica del reale che esse hanno o hanno avuto, e più che una questione di presenze o di quote, vuole lamentare l'assenza del sapere politico delle donne dalle analisi e dalle pratiche che la storia del pensiero filosofico-politico-economico ha raccontato.