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La decostruzione non è in alcun modo estranea al discorso sulla centralità della vita, come vorrebbero alcuni interpreti. Bensì pensa questa centralità secondo un paradigma che, grazie all'apporto fondamentale della psicoanalisi e all'elaborazione dello schema autoimmunitario, eccede i limiti del paradigma biopolitico foucaultiano e della sua rielaborazione critica ad opera di Agamben. In questo senso non esiste nessuna opposizione tra decostruzione e biopolitica. La decostruzione del biopolitico, da un lato, evita le impasses del paradigma foucaultiano che ha mancato di pensare fino in fondo il rapporto tra vita, morte e sovranità; e, dall'altro, lavora a un ripensamento della democrazia intesa come "altro pensiero della vita, del vivente della vita", al di là di una presunta opposizione tra bios e zoé.