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Collocandosi in uno spazio ancora in parte inesplorato dagli studi consacrati ad Heidegger, il presente saggio si propone di mostrare come alla scaturigine dell'intersezione tra fenomenologia della vita ed esperienza religiosa cristiana - dominante nelle Vorlesungen friburghesi raccolte nel volume Phänomenologie des religiösen Lebens - si stabilisca un ben più indissolubile vincolo tra ricerca ontologica e istanza etica. Apparentemente distanti nella loro articolazione specifica o addirittura in opposizione, secondo talune letture contemporanee, nella proposta giovanile heideggeriana, ontologia ed etica sembrano, invece, costituire un unicum, nella misura in cui sostanziano la filosofia nel proprio statuto originario. La stessa relazione di cura, collocata da Heidegger nel cuore della sua "ontologia fondamentale", si lascia leggere, in tal senso, come una germinale apertura all'etica, che trova proprio nell'esperienza religiosa cristiana un paradigma interpretativo capace di restituire al discorso etico la sua originaria vocazione a occuparsi dell'esperienza effettiva della vita. Ne scaturisce una vera e propria conversione del pensiero articolantesi in un complesso mosaico speculativo la cui trama può essere individuata nell'aspirazione a ricongiungere - senza però annullarne la distanza - la filosofia alla vita.