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Il disegno di questo romanzo è chiuso dentro la cornice intitolata Giulietta. Con essa il giovane Omar Fallante spiega come Shakespeare in "Giulietta e Romeo" abbia alluso alla condizione della donna, vittima della famiglia, soprattutto del padre, dei pregiudizi dell'epoca, per cui non aveva nemmeno il diritto di scegliersi lo sposo ma solo il dovere di soggiacere a quello che le veniva imposto. Nell'attuale epoca di rivoluzione sociale per l'emancipazione femminile questo saggio di Omar Fallante ha un inaspettato successo al quale seguono articoli e dibattiti su quotidiani e periodici, nonché conferenze e interventi di patrocinatori. Durante una cena, dopo una conferenza, la signora Estela domanda al giovane studioso notizie del nonno, Giulio Carmine Fallante, generale dei carabinieri in pensione e autore di un diario. Quando il generale Fallante era soltanto un giovane tenente si aggirava vestito da borghese tra le rovine di Cartagine e la periferia di Tunisi. Per quanto si muovesse in incognito la sua presenza non sfuggiva né ai terroristi né ai traghettatori di profughi verso la Sicilia, né alla polizia tunisina. Con il capitano Ibrahim collabora, e a poco a poco diventa intimo amico di famiglia. Insieme cooperano con i servizi segreti e con l'Interpool. Queste azioni sono per l'autore l'occasione di un continuo raffronto tra i costumi arabi e quelli cristiano-europei, ma anche di discettazioni culturali sulla storia araba nei secoli.