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Il volume mira a fornire una genealogia del concetto di equilibrio europeo attraverso il pensiero politico di Leibniz. La trattazione si sviluppa attraverso i passaggi che hanno maggiormente scandito la storia dell'Europa e dell'intero emisfero occidentale, da Metternich a Wilson, mettendo a fuoco l'idea di "pace perpetua" elaborata da Kant sino alle più recenti teorie cosmopolitiche. Una domanda cruciale emerge dalla disamina delle critiche all'idea di equilibrio europeo, da Rousseau a Schmitt: quale sarebbe la forza in grado di evitare l'insorgere della guerra e, allo stesso tempo, promuovere un equilibrio dell'umanità che non si fondi sul concetto di pace perpetua? È proprio Leibniz a fornire un ausilio in tal senso, introducendo una diversa ricostruzione dell'idea di giustizia, incentrata sulla benevolentia generalis. I due significati che sono associati nella lingua tedesca alla parola Unruhe, bilanciere e inquietudine, aiutano a cogliere l'attualità della sfida con la quale il filosofo tedesco affronta i problemi politici del suo tempo. Il bilanciere di Leibniz diventa così l'immagine evocativa dell'optima respublica in cui le tensioni individuali alla benevolenza convivono in un equilibrio generale il cui cardine è dato dalla giustizia come processo dinamico.