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Nella società italiana, in cui forte è sempre stata la presenza di organizzazioni private espressione del principio pluralistico sancito dalla Costituzione, particolare sviluppo hanno avuto quegli enti che, senza scopo di lucro, sono stati costituiti al fine di realizzare attività di interesse generale per spirito di solidarietà. La legislazione, sviluppatasi soprattutto a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, ha favorito ed incentivato tali organizzazioni, mediante alcuni interventi che da un lato hanno disciplinato specifiche tipologie di enti (organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, ecc.), e dall'altro ne hanno previsto un coinvolgimento nelle attività affidate alla responsabilità delle pubbliche amministrazioni. Più recentemente, il legislatore ha realizzato una riforma complessiva della materia, adottando un «Codice del Terzo settore» (adottato con decreto legislativo n. 117 del 2017), oggetto specifico di analisi nel presente volume. Tale Codice ha in primo luogo definito la categoria dell'«ente del Terzo settore» (che raccoglie al proprio interno ed al contempo supera le diverse tipologie sopra indicate), dotandolo di una propria soggettività giuridica e disciplinando le misure di vantaggio e i relativi oneri. Il lavoro, oltre ad analizzare tali profili, mira a inquadrare la disciplina complessiva nell'ambito dei principi costituzionali, allo scopo di valorizzarne la funzione promozionale e, al contempo, di metterne in luce i possibili profili critici.