Tab Article
Il pensiero umano ha elaborato imponenti sistemi concettuali ma poi anche si è soffermato - talvolta con divertita ironia, altre volte con vera preoccupazione - sui loro punti di sofferenza. In questo quadro si inscrive la problematica dei paradossi. Esistono i paradossi semantici che pervengono a formulare frasi, in apparenza sensate, ma quasi prigioniere di un meccanismo interno di autocontraddizione e autodistruzione, i paradossi logico-matematici, i paradossi che sono insieme dell'uno e dell'altro tipo, perché non prescindono da un'autoriflessione della frase su se stessa ma vertono su un non inerte argomento matematico. Meno noti, ma non del tutto trascurati sono i paradossi giuridici. I paradossi nel diritto possono cadere sulla base descrittiva della norma (frastico) o sull'operatore normativo stesso (neustico). Nonostante il cimento dei migliori ingegni nell'escogitare paradossi giuridici inerenti alla detta base descrittiva, questi hanno un ruolo marginale nell'esperienza giuridica, data la condivisibile tendenza delle Corti a considerare nulle o inammissibili norme, clausole, domande che li contengano. I paradossi che cadono sul neustico sono inevitabili e degni di esser meditati. Talvolta affermare o negare in limine una condizione dell'azione sembra problematico, altre volte si rivelano modi di condizionalità necessaria reciproci, difficili da gestire, altre volte si arriva davvero vicino all'irrimediabile auto contraddizione di norme pur apicali...