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Tra la civiltà letteraria del medioevo e il mondo moderno la distanza è abissale. Di quella cultura remota noi abbiamo smarrito quasi tutte le chiavi d'accesso: solo con grande fatica e pazienza certosina riusciamo a recuperarne qualche frammento, confrontando dati e raccogliendo indizi che ci possano aiutare nell'arduo percorso. Un fatto è certo: ogni tentativo di conoscenza è destinato al fallimento se perdiamo di vista la dimensione comparatistica, ossia l'unità della Romània e il legame inscindibile tra produzione in volgare e cultura mediolatina, che hanno un punto di riferimento comune nel 'grande codice' della Scrittura. Prendendo in esame antichi testi italiani, occitani, francesi e spagnoli (lungo un arco temporale che va dalle origini al Cinquecento inoltrato), i saggi raccolti nel volume "Silva portentosa" suggeriscono interpretazioni inedite e ne riesumano alcune a torto vilipese o colpite da damnatio memoriae; propongono talvolta soluzioni di annosi enigmi, ma soprattutto invitano a diffidare delle opinioni vulgate e delle letture banalizzanti.