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«Pensare a come sarà Pisa tra cento anni è esercizio che facilmente porta molto lontano. Con la storia che abbiamo è naturale che fantasia e speranza ci portino ad immaginare, per un futuro lontano, scenari fantastici, inimmaginabili e sicuramente bellissimi. Tutti abbiamo, nel fondo del nostro cuore, il sogno che un giorno si tornerà ad essere una capitale del Mediterraneo. Magari tra cent'anni o tra cinque secoli. E magari Pisa lo ridiventerà per tutt'altri motivi rispetto a quelli che la resero uno dei principali centri del Mare Nostrum quasi mille anni fa. Ma se pensiamo, più coi piedi per terra, cosa sarà Pisa per i nostri figli e nipoti non ho dubbi che la nostra città forse non tornerà subito a dominare il Mediterraneo, ma senz'altro sarà ancora un luogo attrattivo, centrale e insostituibile. E questo soprattutto perché Pisa è solidamente piantata su due basi che tutti ci invidiano. Sono infatti tante le bellezze di Pisa, sono molteplici le ragioni che ci rendono orgogliosi di essere pisani, ma se dobbiamo andare alla sintesi della sintesi e dire nel mondo globale di oggi cosa si associ al nome Pisa non v'è dubbio che accanto a Pisa si dice "Torre" e si dice "Università". E a proposito di sintesi è evidente che queste due parole siano entrambe la sintesi di concetti più estesi. Dove Torre sta per tutto il patrimonio, unico al mondo, di cultura, bellezza e originalità che la città tutta, non solo la Piazza dei Miracoli, racchiude. E dove Università sta per l'intero sistema delle tre Università e degli innumerevoli Centri di Ricerca avanzata che operano nel territorio pisano e fanno di Pisa un luogo di elaborazione, scambio e insegnamento davvero unico...». (Enrico Letta)