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«Alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, quando cominciai ad occuparmi di San Miniato, la vulgata riteneva impossibile lo studiarne le vicende interne prima del 1370, e ciò a causa della quasi completa perdita della documentazione pubblica precedente la conquista fiorentina. Qualche anno dopo [...] mi resi conto che invece era possibile studiare il ceto dirigente sanminiatese nel periodo del libero comune, ed in modo anche abbastanza approfondito. Alla condizione necessaria - seppur non sufficiente - di svolgere un'accurata, e quanto più vasta possibile, analisi prosopografica sugli individui e le famiglie che ne avevano fatto parte. Analisi che, di per altro, mancava anche per tutto il primo secolo e mezzo di dominazione fiorentina, e che una quarantina di anni fa era stata sì compiuta da Armando Benvenuti in un suo studio (fondamentale), ma nei limiti cronologici della prima età moderna1. Ho svolto perciò le mie ricerche prosopografiche sull'arco temporale dei secoli XIII e XIV, basandomi su fonti tanto edite quanto inedite - conservate queste ultime in vari archivi di stato e comunali della Toscana - e su una bibliografia di ambito sia regionale che sovraregionale. Grazie ad esse sono arrivato infine a compilare una cinquantina di profili storico-genealogici su altrettante famiglie cognominate, prima conosciute soltanto per il gentilizio e/o il nome di qualche membro, ed un'altra trentina di profili su parentele senza un cognome accertato [...]. Vengo infine alla struttura del libro medesimo. Struttura che, naturalmente, ne rispecchia l'impostazione concettuale. Come ho anticipato spiegandone la genesi, il centro nevralgico della mia disamina è l'analisi del ceto dirigente castellano, condotta attraverso il metodo prosopografico. Il quadro vero e proprio, però, è rappresentato dall'evoluzione sociale e politica di San Miniato, per definire la quale ho composto quattro capitoli, ordinati secondo un criterio gerarchico di importanza (decrescente) conforme alle mie idee personali sulla materia. Il primo incentrato sulla fondazione del castello - soggetto questo ripreso in buona misura dalle ricerche della Cristiani Testi - e la costruzione del dominio - un fattore determinante, a mio avviso, per lo stesso sviluppo del castello. Il secondo, sull'economia - purtroppo nei limiti cronologici del solo Trecento, non esistendo di fatto registri di imbreviature per il Duecento. Il terzo, sulle relazioni con gli altri comuni, toscani e non. Il quarto ed ultimo, sulla politica interna - seguendo un percorso piuttosto lungo, che copre più di due secoli, e va dalla nascita del comune sino all'integrazione nello stato fiorentino...» (Vieri Mazzoni)