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Il volume ricostruisce la storia di Pisa nell'arco di tempo che va dagli anni rivoluzionari e napoleonici fino allo spartiacque rappresentato dall'unificazione italiana. Rispetto a una tradizione storiografica che si è mossa soprattutto in una prospettiva politico-amministrativa, il profilo del ceto dirigente locale viene qui analizzato anche nelle sue pratiche sociali e culturali e nelle sue relazioni con lo Stato lorenese e con gli altri notabilati municipali, a partire dai rapporti con i moderati della capitale. Il quadro che ne emerge porta a ripensare la mitica figurazione della 'città risorgimentale'. Nel bel mezzo del secolo romantico e borghese gli elementi, i condizionamenti e le ipoteche della tradizione sulle élites cittadine si presentano infatti molteplici e ancora fortissimi, facendo del caso pisano uno spaccato forse emblematico di una 'cultura della tradizione' diffusa e circolante in molte città della provincia italiana nei decenni della cosiddetta Restaurazione.