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Questo scritto si rivolge a psicologi, psicoterapeuti e analisti dei gruppi. Esplora il tema della mente dell'analista al lavoro e punta l'attenzione sugli spazi interni del sé analitico ignoti all'analista stesso. È un invito a esplorare un'area instabile tra due menti, quella dell'analista e quella del paziente, "un'isola precaria" in cui, come scrive Winnicott, si gioca il gioco più raffinato del XX secolo. Il termine gioco non è sorprendente nella psicoanalisi, unisce in sé le idee di limite, regola, libertà e invenzione e ancora di creatività unita a un abile impiego di sapere. Nelle pagine che seguono si racconta l'esperienza di un gruppo alla ricerca di questo ideale assetto analitico.