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L'Autore di questo libro è noto per le sue vitrioliche critiche al web e in generale alla comunicazione elettronica. Ma questo libro è la prova che non si tratta di neo-luddismo, vale a dire di una opposizione a priori all'innovazione tecnologica. L'Autore semplicemente richiama il dovere di valutare le "ricadute" del progresso tecnico, sia sociali che psicologico-individuali. L'eccesso delle informazioni, rapide e varie, può determinare una grave de-concentrazione, ansia immotivata, disorientamento. In questo libro si indicano le condizioni per un progresso tecnico non alienante, in cui l'equilibrio fra ragione ed emotività sia garantita, in vista di un nuovo umanesimo.