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"Psicologia della condotta" è uno dei testi fondamentali che José Bleger ha dedicato al mondo della psicologia e della psicoanalisi. Il libro, pubblicato per la prima volta in Argentina nel 1963 e poi rivisto ed ampliato dall'autore nel 1968 (edizione sulla quale si basa la presente traduzione italiana), in breve tempo è diventato un testo obbligatorio all'interno del corso di studi in psicologia dell'Università di Buenos Aires. Già allora, Bleger considerava che ogni teoria o scuola di psicologia, pur ritenendo di comprendere nelle proprie teorizzazioni la totalità dei fatti del mondo, non potevano che produrre una conoscenza frammentaria e parziale della condotta dell'essere umano. Con questo libro cerca di sistematizzare i diversi apporti psicologici (provenienti non solo dalla psicoanalisi ma anche dal comportamentismo e dalla Gestalt), sociologici e filosofici che hanno avuto come oggetto di studio l'uomo, mettendo in discussione il mito dell'"uomo naturale" e contrapponendogli l'idea di un uomo sociale, inevitabilmente prodotto e condizionato dai propri vincoli nella concreta quotidianità. La pluralità fenomenica dell'uomo (aree della mente, del corpo e dell'azione nel mondo esterno) trova la sua unità nel fenomeno stesso della condotta, che è sempre un emergente di un campo psicologico e sociale. Nei momenti di perdita dell'equilibrio in qualsiasi campo appare una tensione. Il comportamento dell'essere umano interviene all'interno della situazione di crisi per risolvere la tensione mediante il ristabilimento di un equilibrio. Ma non si deve considerare la tensione in sé come causa della condotta, essa, infatti, non esiste indipendentemente dal campo totale, e deve essere intesa solo come uno dei fenomeni che si producono al suo interno e che derivano dalla particolare struttura assunta dal campo in un momento specifico. Prefazione di Montecchi Leonardo.