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La patologia generale delle emozioni che sto descrivendo dipende dall'osservazione che il primo stadio del ciclo è non-specifico. La comparsa del disagio che inizia un ciclo può quindi essere deviata verso il secondo stadio di un ciclo meno appropriato. La capacità di fare uno spostamento minore in un ciclo adiacente è ovviamente un vantaggio come misura temporanea. Più ampio è lo spostamento e più permanente esso diventa, meno è probabile che salute fisica e mentale ne restino indenni. A questo stadio mi interessano il tono e l'espressività complessivi del paziente. Quando ascolto l'anamnesi o un altro discorso le informazioni sono spesso familiari. Appena conosco quello che viene detto posso ignorare le parole e sentire come viene detto. Quali sentimenti sono presenti o assenti? Sono essi appropriati al flusso di parole/lamentele? Questo "passo indietro" è più difficile da compiere quando si è faccia a faccia con un paziente. Nel confronto facciale diretto esso sarebbe descritto meglio come un "passo laterale mentale. Un viaggio mente-corpo intrigante.