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«In "Fili d'Oro", sua undicesima raccolta, attraverso le trenta liriche, che la compongono, l'autrice dipinge, con versi icastici e toni volti all'eleganza, l'eterno dissidio tra la finitezza della condizione umana e la sua brama d'eternità. Scandaglia dunque i recessi dell'animo, conducendo chi legge, tra memorie e desideri, oltre la crudele superficialità dei rapporti umani; con una grazia velata di malinconia intreccia poi sinuose trame dorate tra i meandri più reconditi dell'essere, in modo da superarne per quanto possibile la meschinità delle apparenze.»