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Nel tempo si è passati per Vincent van Gogh dalla storiografia alla mitografia, piegata allo scopo ultimo antico quanto il mondo: mantenere il monopolio e l'esclusività di decretare la paternità ed autenticità di un'opera d'arte. Tutto questo, senza accettare nessun contraddittorio o confronto pubblico; senza editare nessuna prova tecnico-scientifica o storico-artistica a comprovare l'autenticità o la falsità di un manufatto ascrivibile comunque stilisticamente a uno specifico artista. Nelle intenzioni del convegno che qui presentiamo c'è stata la volontà di fare capire che molte indagini ad uso e consumo dell'arte nella realtà non sono mai state poste in essere, come ad esempio l'estrazione del DNA da peli umani amalgamati nel colore o dai francobolli e buste da lettere; le impronte digitali, i pollini, gli elementi organici extra-pittorici, ecc., che si trovano sulla e nella superficie di un dipinto. È a questo punto esatto che si è capito come l'enigma legato al quadro denominato Fienile protestante è, in realtà, strettamente vincolato a quelli cresciuti e alimentati nel tempo intorno alle altre opere e alla vita dell'artista Vincent van Gogh.