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"Essere trascinati dalla corrente delle parole, abbandonarsi ad esse, alla loro musicalità. Quasi il lasciarsi andare nella loro ricerca interiore. Derive quindi come una ricerca introspettiva articolata dalla creatività di un testo poetico, nella sua funzione primaria: comunicare. Nel contemplare il colore azzurro si avverte, nella sua elaborazione cognitiva relativa all'atto percettivo, un senso di quiete. La quiete dopo la tempesta di leopardiana memoria. Nella sua pacatezza, nella sua carica riflessiva, e nella sua delicatezza la colorazione azzurra trasmette tutto ciò. Dopo la tempesta dagli oscuri colori trionfa il cielo azzurro, azzurro come il colore della gioia, nella sua dimensione simbolica. Gioia che non è altro che il "frutto del passato timore". Nell'illusione mai sopita di sfuggire all'estremo rimedio. Derive, di conseguenza, come attimo di consolazione, e come assoluta negazione dell'oblio." (Sergio Ceschini)