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"Il nascosto dell'opera. Frammenti sull'eticità dell'arte" è una riflessione iniziata nei primi anni Novanta lungo lo svolgersi di un'esperienza poetica. Il movimento che ne ha segnato il senso si è manifestato in frammenti, ricomposti intorno a un'idea di esperienza estetica come apertura alla possibilità di un'autentica relazione con l'altro. L'altro che è in me, è nel mondo, ma anche e soprattutto è in chi è davanti a me ed è disposto a mettersi a fianco. L'opera ne è il punto focale, o ancor meglio il rapporto che con l'opera ognuno intesse, autore o destinatario che sia. "Il nascosto dell'opera molto spesso è nascosto anche al suo autore". Il rapporto è dunque principalmente con il "nascosto", ma l'opera ne restituisce il mistero svelando che "ciò che resta nascosto, è soltanto su un piano differente". Forma musicale, pittorica, scultorea... L'opera è tale se è forma in grado di suscitare stupore. Artistica, quando autenticamente apra al possibile. Tuttavia, è quella della parola poetica la forma privilegiata in questi frammenti che, passo dopo passo, si ritrovano a scoprire che la dimensione estetica potrebbe essere soglia di una più proficua esperienza etica.