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Sara è una di noi, una donna qualunque: giovane e bella, con un marito e due figli. Ma è anche una creatura sensibile e curiosa che concentra in sé, intensamente, il malessere di tutto l'universo femminile, oppresso dal perbenismo e dall'ipocrisia. Come la donna di oggi, cerca le sue rivincite e i suoi appagamenti attraverso un vivere intenso, una visione della vita disincantata, frenetica, quasi forzata, esasperata e assetata di novità. L'annoiano la quotidianità, il piatto conformismo, gli atteggiamenti ipocriti, chiusi, ovattati e coercitivi. Lei è passionale, intensa e profonda. La sua forza vitale è l'amore, sacro o profano che sia; l'ha inseguito, consumato in modo rabbioso, quasi ossessivo. Sara ha succhiato la sua vita con la tenace laboriosità dell'ape e la spensieratezza gioiosa di una farfalla che danzano di fiore in fiore senza sosta, per assaporare ogni emozione, ogni possibile novità, bere da ogni calice, gustare ogni nettare. In questa sua frenetica danza ha sfiorato molte altre vite, ma una in particolare ha condizionato la sua. L'ha costretta a guardare allo specchio la sua anima rendendola capace di vedersi finalmente per quello che era.