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"Di questi tempi ho la sensazione di vivere in un mondo, che vede l'uomo viaggiare verso il futuro con addosso un bagaglio forse troppo leggero. L'accelerazione che subiamo della vita quotidiana ci costringe all'efficienza, all'essere performanti, lasciando meno tempo e meno occasioni di rallentare ed esplorarci, di raggiungere sereni i più remoti intenti. [...] Deve sopravvivere la possibilità di rispettare l'umano modo di interpretare le sensazioni e seguirne la traccia nella coscienza senza voler addomesticarne i moti. In un angelo ho trovato la scusa per esplorare gli stati d'animo. Figura retorica, divisa a metà tra terreno e divino, rinuncia all'infinito per trovare nella carne, un modo affascinante di raggiungerlo ancora. Folle gesto, figlio della curiosità, umano modo che si insinua nel divino. Negli incerti percorsi tracciati dai suoi umori, sente che bisogna molto vivere, per terminare il viaggio e guardare al corpo, come ad una nave prossima al disarmo. Senza prestare più attenzione ai sensi difettosi, guardandoli con tenerezza mentre lo lasciano andare". (Piergiorgio Bruno)