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A partire dalla storia della teoria del modo - confusa retrospettivamente con la teoria degli stili - che discende da Platone, queste pagine tornano ad indagare la distinzione tra Dante personaggio e autore. Le linee della tradizione tardo-antica e medievale vengono così incrociate a quelle della teoria letteraria moderna, dove i fondamenti stessi della narratologia possiedono i medesimi punti di partenza, storicamente determinati. L'interrogativo principale riguarda se esista - oltre a una cronologia del viaggio nell'aldilà e a una cronologia della composizione o scrittura, questioni da sempre al centro dei commenti alla Commedia e della critica dantesca in genere - un tempo della finzione del "canto" o dell'enunciazione, in cui Dante collochi il suo racconto o i momenti temporalmente distinti del suo racconto, tra le prime due cantiche e la terza.