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Fin dall'inizio del Trecento i Domenicani dedicano una speciale attenzione al Devisement dou monde di Marco Polo e Rustichello da Pisa, intuendone il valore scientifico e le potenzialità come strumento per l'evangelizzazione dell'Asia. Mediante una stratificata opera di traduzione e talvolta di riscrittura, l'Ordine si appropria del libro, modificandone in parte pubblico e ruolo e promuovendo il suo autore, sebbene laico, ad auctoritas. Avvalendosi di più metodi di indagine (filologico-linguistico, storico-culturale, archivistico-documentario), i contributi raccolti in questo volume offrono una rappresentazione del rapporto tra Marco Polo e i Predicatori. Il primo frutto di queste ricerche è il ritrovamento di una pergamena custodita presso l'Archivio di Stato di Venezia che certifica definitivamente la presenza di un rapporto diretto tra Marco Polo e i frati del convento dei SS. Giovanni e Paolo, centro di rilievo, legato alla cultura laica da una fitta rete di rapporti che si estende a figure di spicco del preumanesimo veneto.