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La Guerra dell'Oppio (1840-1842) rappresenta una svolta nei rapporti tra Oriente e Occidente. Dà inizio a quello che in Cina è considerato "il secolo della vergogna", il drammatico ingresso nell'era moderna attraverso regole scritte da altri, quei "trattati ineguali" che sancirono la supremazia delle potenze coloniali. Molte pagine sono state scritte dagli storici occidentali, ma quasi nulla sappiamo del modo in cui gli storici della Repubblica Popolare cinese hanno interpretato tali eventi. Questo libro, uscito nel 1979, consente di colmare le lacuna. Sotto la lente della dottrina maoista la Guerra dell'Oppio assurge a evento fondatore della Cina contemporanea. Il conflitto è visto come "l'inizio della rivoluzione democratica messa in atto dal popolo cinese contro l'imperialismo e il feudalesimo", come "testimonianza dell'indomabile spirito di resistenza del popolo cinese" che ha rifiutato di inchinarsi davanti agli "invasori britannici, rapaci insaziabili". Una lettura certamente di parte, senza sfumature, ma che offre spunti per capire l'odierno orizzonte ideologico cinese. L'introduzione della sinologa Alessandra Lavagnino permette di ben comprendere il contesto sociopolitico in cui è nato il testo.