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In uno dei paesi più belli e meno conosciuti d'Oriente, il Laos, in un piccolo villaggio di montagna, un bambino di dodici anni sta per entrare in monastero. Nello spazio fragile di un'alba e un tramonto, Lem abbandonerà la sua famiglia e diventerà novizio nella città santa del Buddismo Theravada, Luang Prabang. In poche ore Lem lascerà il suo passato, suoi affetti, i suoi giochi di bambino e le carezze di sua madre. Per continuare i suoi studi, per diventare adulto, Lem dovrà sopportare il distacco, la solitudine, la fame, la paura, la visione della morte. Solo così del resto si conquista una nuova maturità, sottoponendosi alle durezze del rito d'iniziazione, durezze a noi ormai sconosciute, protagonisti come siamo di una società che dilata all'infinito i confini dell'adolescenza. Lem, avvolto nel saio arancione, sta per unirsi a un mondo di soli uomini. Ma ad accompagnarlo in questo viaggio, nella settimana che precede il Capodanno laotiano, in attesa della pioggia che gonfierà le acque del Mekong e farà scintillare l'oro delle pagode, è uno sguardo femminile, inedito, a modo suo proibito. Lo sguardo di sua madre e dell'autrice. Insieme seguiranno Lem nella sua nuova casa. Insieme a lui entreranno nelle celle dei monaci, dormiranno nell'oscurità dei templi e cammineranno in silenzio nel cuore della foresta, là dove i maestri si ritirano in meditazione. Insieme, una madre e un figlio, una donna e l'uomo che verrà vivranno il dolore nascosto di ogni crescita.