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Fare il fotografo di guerra non è una professione ma un modo di vivere, di sentirsi quanto mai vicini alla condizione umana, alla radice del coraggio e delle paure, dell'incoscienza e degli ideali. Vicino, perché bisogna rischiare la propria vita per mostrare la morte degli altri. McCullin l'ha sempre saputo: la guerra è un inferno. Le sue immagini hanno la bellezza delle tragedie antiche. Raccontano l'orrore e l'assurdità. Il bambino affamato non piange. Il soldato sventrato non grida. McCullin urla per loro.