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«I lettori più avveduti troveranno un piccolo gioco che annoda tutti i testi di questa raccolta. Proprio in questo leggero "fil rouge" che richiama l'un l'altro i componimenti anche a distanza, torna un legame con quell'idea di canzoniere propria della raccolta precedente, e che si fa più manifesta qui, perché è il motivo della ricerca filosofica a renderla necessaria. Nella serietà del "gioco linguistico" da Wittgenstein in poi, o nell'essenza del gioco come "immagine del mondo", per dirla con Fink, Cimino pare trovare la dimensione per sdrammatizzare la tensione testuale e privilegiare non a caso quella calviniana leggerezza che è l'altro elemento di somiglianza con quel Gorgia da Leontinoi di cui da tempo si occupa e che ha visto proprio nel 2019 la pubblicazione di un suo saggio all'interno della raccolta degli "Atti" dell'ultimo Convegno internazionale di studi dedicato al filosofo lentinese.»