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Un incontro di un'amica mai conosciuta, un testo che richiama alla memoria un immaginario che l'autrice fa penetrando nell'animo di Isabella Morra. Carmen Melillo con i suoi versi si propone alla poetessa del '500, scrutandola nel suo profondo in un dialogo dove troviamo gli stessi interrogativi, mai mutati, dell'esser donna. Quel bisogno di colmare quella solitudine interiore usando un tono epistolare, intimo e confidenziale. L'esser donna nella sua convenzione la costringe in movenze accattivanti nella scena dell'amore, e, che poi, lo idealizza nella visione poetica in epoca rinascimentale nel decadente moderno. Una metafora della vita che nel bene e nel male mette in luce tutte le sue contraddizioni. La Melillo s'interroga attraverso i versi della Morra, il senso dell'esistere, domandandosi in realtà dove andiamo e, se tutto questo, ha un senso e, se l'esistenza stessa avvalorata dal culto religioso dell'eternità, trovi il significato incomprensibile della vita e del suo perché in un dogma infinito.