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"La vita che uno vive è più importante delle opere che scrive", è quanto amava ripetere Oscar Wilde. Nasce a Dublino nel 1856, il 15 ottobre, idolo dei salotti londinesi conquistati dal suo fascino e dal suo saper parlare. Viaggia da una nazione all'altra e alle frontiere, alla domanda rituale se ha nulla da dichiarare, si limita a rispondere: "Nulla tranne il mio genio". La sua fine comincia quando l'indiscutibile relazione omosessuale con Alfred Douglas, rampollo di una delle famiglie aristocratiche più in vista d'Inghilterra diventa di dominio pubblico. Questo amore "proibito" lo trascina in uno scandalo che gli procura una condanna a due anni di lavori forzati. Esilia in Francia per morire in uno squallido albergo parigino. L'ultima sua frase, prima di morire, bevendo una coppa di champagne è stata: "Muoio come ho sempre vissuto, al di sopra dei miei mezzi". In questo libro sono state raccolte le fasi più salienti del processo intercalate con brani del "De Profundis".