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La storica immagine di una regione italiana violenta e passionale si riconferma anche in questo romanzo, benché allo specchio venga messo il privato, l'intimo sociale di una nobiltà e di una borghesia decadenti. Sotto la scorza di una pigra sensibilità di reazione, una società saldamente ipocrita e complice assiste inerte all'esplosione e all'intreccio di frequenti ed impietose tragedie. Il clima di decadenza che si respira in ogni pagina non rappresentato o immaginato, ma vissuto direttamente dall'autrice nella veristica corposità di fatti accaduti - non esprime un intento scandalistico, ma tratteggia, piuttosto, il crepuscolo del casato, della famiglia, dell'amore, dei valori tradizionali, delle istituzioni stesse. Gli equilibri culturali e morali si infrangono liberando gli egoismi individuali, la passionalità che offusca la ragione, il disprezzo della dignità della persona, il rifiuto dei figli nel doveroso e amorevole dovere nell'educarli.