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Nato a Firenze nel 1885 e morto a Roma nel 1974, Aldo Palazzeschi deve essere considerato uno dei più grandi scrittori del Novecento. Egli ha fatto parte di una generazione di letterati che hanno contribuito in maniera determinante al processo di profondo rinnovamento che ha caratterizzato la cultura italiana e mondiale del primo Novecento. La sua attività letteraria giovanile è infatti coincisa con l'età giolittiana, ossia con un periodo di radicali cambiamenti che hanno aperto la strada all'avvento della cosiddetta società di massa e alle avanguardie artistiche e letterarie del secolo scorso. Dalle prime prove de I cavalli bianchi fino allo scoppio della Prima guerra mondiale, la sua ricerca creativa è stata interessata da un incessante processo di radicale rinnovamento e animata da uno spirito di rottura nei confronti della tradizione letteraria. Durante la sua giovinezza ha partecipato a tutti i movimenti letterari del suo tempo, ma in modo autonomo, e persino durante gli anni della sua adesione al futurismo ha mantenuto la sua indipendenza umana e artistica. In questo libro l'autore si propone di delineare un ritratto del giovane Palazzeschi, attraverso un esame della sua prima produzione letteraria.