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L'eredità di Antonin Artaud è incommensurabile: centinaia di appunti, decine di riflessioni sull'arte e sulla pratica teatrale e alcune tra le opere più importanti del secolo scorso come "Il teatro e il suo doppio". A settantanni dalla sua scomparsa, i saggi contenuti nel volume si raccordano intorno all'atto estremo di sovversione intellettuale, fisica, gestuale dell'autore francese, indagandone le potenzialità concettuali e le pratiche - il "CsO", la follia artistica, il "suicidio sociale" - negli aspetti di virtuale attualizzazione. Sullo sfondo si coglie un vivo interesse per quanto riguarda le implicazioni politiche del pensiero artaudiano che possono sostenere in maniera crescente la soddisfazione di un desiderio sempre pieno di vita e di apertura nei territori problematici e contraddittori della contemporaneità. Prefazione di Ubaldo Fadini.