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Nell'epoca del virtuale, l'industria culturale è il centro della produzione. Le immagini più belle, più felici, più rassicuranti, sono spesso il risultato di un processo di creazione e di elaborazione che va oltre la vecchia propaganda. Per tradizione culturale siamo abituati a mezzi di comunicazione manipolatori che ci propongono convincenti menzogne. Oggi, però, siamo di fronte a un salto di qualità. La realtà quotidiana ha preso la vecchia patina della bugia prezzolata attraverso la nuova forma seduttiva della duplicazione della realtà. Il nuovo mondo liquido-mediatico ha invaso e ricostruito l'immaginario sociale, ricombinandosi nei modi più vari, ma conservando l'essenza della vecchia propaganda quale strumento al servizio di un fine. Il nuovo immaginario mediatico è molto più gradevole del vecchio, ma non per questo meno eterodiretto. La nuova industria culturale globale non forgia solo le nostre preferenze nei consumi e nei comportamenti quotidiani, ma anche le nostre aspettative sui possibili scenari. Questa nuova industria è un elemento decisivo per le strategie di profitto del capitale. La finanza, su cui si fonda l'accumulazione capitalistica della tarda modernità, riesce a predominare pianificando nuove dinamiche, prima ancora che i soggetti possano pensare di far parte di questa trama segreta. Questo meccanismo di creazione di illusioni planetarie è uno dei dispositivi più importanti alla base della gestione dell'attuale crisi economica mondiale.