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La rappresentazione del Novecento come il secolo del totalitarismo è ormai da anni un luogo comune. Questo libro ricostruisce l'itinerario di un concetto fra i più diffusi e al tempo stesso più ambigui del nostro lessico politico. Tra gli anni Venti, quando apparve nell'Italia fascista, e la fine della guerra fredda, esso ha attraversato campi ideologici opposti. Totalitarismo designa un'epoca che ha sperimentato l'eclissi della politica: la sfera pubblica in cui si esprime la pluralità degli esseri umani. Sotto questo nome sono state scritte alcune delle pagine più profonde del pensiero critico - da Hannah Arendt a Herbert Marcuse - ma sono anche state condotte campagne propagandistiche mistificatrici, quando la lotta contro il totalitarismo è servita a legittimare colpi di stato e dittature militari. Ripercorrere la storia di questo concetto significa, per molti versi, interpretare il Novecento con le sue tragedie, le sue passioni e i suoi inganni. Significa anche studiare il passaggio dalla crisi europea degli anni tra le due guerre all'età della globalizzazione, in cui il "nemico totalitario" non veste più i panni del comunismo ma quelli del terrorismo islamico. La storia intellettuale s'intreccia con quella delle mitologie politiche: questo libro cerca di decostruire entrambe.