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Maximilien Robespierre è rimasto avvolto nell'enigma. Tra i biografi del suo tempo ci fu chi lo dipinse come un santo difensore degli oppressi e chi ne fece un sadico che da ragazzo decapitava piccioni preparandosi a future carneficine. Trascorsi trentatré anni dalla sua morte, la sorella Charlotte decise di raccontare in prima persona il "suo" Robespierre. Con una prosa chiara e uno spirito tenero e appassionato, la sorella del grande rivoluzionario ne ripercorre l'esistenza, dall'infanzia da orfano - in cui fu per i fratelli un affettuoso capofamiglia - alla morte violenta. Non mancano gli aneddoti di gioventù e il racconto della Rivoluzione, in un libro che è insieme documento e testimonianza di un personaggio fondamentale della storia.