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Una Roma "stalla e chiavica der monno" ma anche capitale della cristianità e dell'arte. La miseria della plebe, l'ignavia dell'aristocrazia, la corruzione e il cinismo del potere: è questa la Roma dei Papi tra Sette e Ottocento, tra Rivoluzione Francese e Unità d'Italia, rappresentata da Giuseppe Gioachino Belli nel suo grandioso monumento poetico in 32.000 versi in romanesco. Su questo affascinante sfondo storico, l'autore ricostruisce la biografia del letterato e del suddito, mettendone in risalto la caratteristica duplicità di atteggiamenti: l'avventura più radicale nel chiuso del suo studio e il purismo del poeta ufficiale; uno sfondo malinconico, apatico, e una perenne curiosità intellettuale; una eccezionale forza comica che si accompagna alla riflessione continua sul tema della morte. In una nuova edizione aggiornata, il saggio sulla vita, l'opera, e la sofferta psicologia del più grande poeta dialettale italiano.