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In un noto saggio del 1982, W. J. Ong riscontra come la scrittura avesse «trasformato la mente umana più di qualsiasi altra invenzione». Il passaggio da una società orale a una di tipo chirografico ha in effetti determinato gli sviluppi più significativi del pensiero e delle civiltà. Radicalizzando gli estremi di tale riflessione, si è altresì giunti a considerare la parola come un fatto prettamente orale, rispetto al quale la scrittura, in tutte le sue forme, si sviluppa come "tecnologia" autonoma. All'opposto di tali prospettive distintive, una visione d'insieme permette di evidenziare la fondamentale dipendenza e il contatto costante tra i due "volti delle parole". Valutando differenti implicazioni prospettiche e metodologiche, l'insieme dei saggi raccolti in questo volume indaga le direzioni e i margini entro cui tale rapporto si rivela.