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Un nobile che di giorno appare e viene onorato come Buon Signore generoso e caritatevole, ma che di notte, nel buio, sguaina la sua lama e, scortato dai suoi truci bravacci, porta il terrore nella valle dove vive, uccide, rapina e stupra. Si trasforma allora nel Lasco della Valsassina, figura che ancora oggi fa parte della tradizione popolare, agendo nei luoghi già immortalati da Alessandro Manzoni: Lecco, la costiera del Lario, la Milano del grasso governatore spagnolo, e quella vallata della quale è signore e padrone. L'azione si svolge in un fascinoso ma oscuro e puzzolente Seicento, in un romanzo di cappa e spada denso di fatti, avventure, ribaltamenti di prospettiva, intrighi e soluzioni inaspettate. Nel quale non ci sono soltanto cavalieri piumati e spade affilate ma anche femmine anzianotte e vogliose, frati determinati, sgherri armati fino ai denti, streghe malefiche, avvocati defunti, pirati d'acqua dolce, sarti ambigui, carcerati dimenticati, processi sommari, agguati, assalti a mura fortificate, incendi, mentre su tutto e su tutti ristagna l'inefficienza senza rimedio dei dominatori del regno di Spagna di Felipe IV, el rey Planeta. Accade allora che, deciso a dimostrare che l'aristocratico diurno e il brigante notturno siano la stessa persona, e magari poi a punirlo con una spettacolare impiccagione nella piazza di Lecco, il comandante iberico della piazzaforte locale, al quale per sfregio verranno anche rubate le mutande, si impegni nell'impresa di svelamento. E mal gliene incoglie, perché il Lasco ovviamente fa di tutto perché non accada, dando vita ad una girandola di avvenimenti e situazioni che fa di questo romanzo un fuoco pirotecnico di sotterfugi, reazioni, attacchi e contrattacchi...