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Venti racconti, venti squarci di vita, venti frammenti di un'Italia che, spazzata dalle onde del tempo, è cambiata, trasformandosi da quella contadina degli anni '50 a quella alienata dei nostri giorni. Nessun filo conduttore lega queste perle narrative, solo la voglia semplice e pura del raccontare squarci e stralci, sentimenti e ricordi, memorie e sguardi. Aldo e Ciro Zecca, padre e figlio, facce di una stessa medaglia, ci conducono dentro venti porte che racchiudono vite vissute, e ci presentano personaggi che potremmo aver conosciuto anche noi, magari dietro i banchi di scuola, sul posto di lavoro, nell'albero genealogico della nostra famiglia. Ecco allora un figlio in cerca di grottesca vendetta per i torti subiti dalla madre, ecco un diavolo in frac che ci induce al peccato, ecco una moglie che non asseconda i nostri gusti, ecco un set di valigie che diventa riverbero di memoria, l'elaborazione di un lutto da parte di tre fratelli, ecco i ricordi di un pomeriggio d'estate passato alle cascate di Aeruino. Frutto di una commistione fra serio e faceto, di dramma e commedia, di sorriso e malinconia, di passato e presente, il lavoro di Aldo e Ciro Zecca è una commovente quanto ironica cavalcata sulle onde della vita, una soffusa carrellata mnemonica sul tempo che passa, uno sguardo retrospettivo su quello che abbiamo perso (che sia una vecchia trattoria o un'ideale politico di facciata), su quello che abbiamo trovato e su quello che ci siamo volontariamente lasciati alle spalle.