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Un "silenzio rovesciato", così il filosofo Walter Benjamin ha definito l'intera opera di Kraus. Tra il maggio e il settembre del 1933, quel silenzio ha prodotto la prima, la più caustica, la più profonda ed esaustiva analisi del nazismo che mai sia stata scritta, con il suo celebre incipit. "Su Hitler non mi viene in mente niente". Una dichiarazione che, se per assurdo avesse dato avvio a una delle acclamatissime letture pubbliche tenute a Vienna dal grande scrittore satirico, sarebbe stata seguita da "una pausa ad effetto, per sottolinearne la paradossale ironia", per poi esplodere in quel "formidabile attacco al regime di Hitler", in quella "colata di lava incandescente" che come scrive Paola Sorge nella sua introduzione al volume "scende con violenza via via più forte a bruciare un mondo inconcepibilmente disumano, con gli squallidi protagonisti e le comparse del terrore che lo popolano", e dà corpo alle centinaia di pagine vibranti e tormentate che compongono "La terza notte di Valpurga."