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Ambientato a Baden-Baden, dove d'estate si davano appuntamento i ricchi russi che si recavano in Occidente, "Fumo" è una satira amara della Russia e dei russi dell'epoca. Scritto da Turgenev in anni (1865-1867) in cui viveva prevalentemente all'estero, quando fu pubblicato (1867), il romanzo fu accolto da un coro di polemiche contro le posizioni filo-occidentali, ritenute antipatriottiche, dell'autore. Tra gli illustri critici delle idee turgeneviane figura anche Dostoevskij, della cui irritazione rimane traccia nel "Diario di uno scrittore". Ma ciò che rende ancora attuale il romanzo è non solo l'eterna polemica tra le due anime della Russia (quella degli slavofili e quella degli occidentalisti), ma anche la delicata e vibrante storia d'amore del protagonista, che diventa metafora della vicenda esistenziale di un'intera generazione. Sullo sfondo del cicaleccio vuoto e vano della compagnia di russi si staglia la figura di Litvinov, anima inquieta persa dietro il miraggio di un ideale destinato a non potersi realizzare. Solo nell'accettazione della vita così come si presenta Litvinov riuscirà a trovare il senso della propria esistenza. Introduzione di Stefano Garzonio.