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Dalla prefazione di Fulvio Castellani: "E chi ha detto che il silenzio non parla? Non di certo Paolo Grecchi che, anzi, al silenzio si ispira per dialogare con se stesso e per leggervi armonia, bellezza, amore... Da un tale dialogo, costante e voluttuoso, riesce a mettere a segno un concerto di note e di vibrazioni che navigano alla grande nel mondo di una poesia, la sua, che esalta ogni attimo ed ogni camminamento in direzione di un sorriso (quello di un 'tu' fin troppo evidente) che è armonia, quiete, carezza di luce, sogno nella realtà... I versi sono spontanei, semplici e dialoganti, aperti alla riflessione[...]".