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L'opera indaga come il desiderio umano di vivere la religiosità sia fortemente connesso alla natura umana, che trova la sua centralità nell'Eucaristia. Attraverso il confronto tra l'antropologia sacramentale e il linguaggio del simbolismo di Ghislain Lafont e le neuroscienze, l'autore traccia una strada attraverso cui, in futuro, la teologia potrà, per mezzo di altre forme di studio, ampliare la conoscenza dell'uomo religioso. Ghislain Lafont, fonte d'ispirazione di queste pagine, propone una «Teologia insolita», poiché se da un lato egli esprime una profonda spiritualità - nel suo essere monaco benedettino -, dall'altra si presenta come un abile teologo nel tenere insieme la realtà di un mondo che cambia e l'esigenza, da parte della Chiesa, di aprirsi a nuove frontiere nel campo della ricerca, seguendo la propria dimensione profetica.