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Augusto Pignatelli, classe 1886, è stato uno dei soldati, più di un milione, mobilitati dall'Italia durante la Prima Guerra Mondiale. È stato uno dei circa 580.000 uomini catturati dai nemici al fronte e diventati prigionieri di guerra. Non è stato uno di quelle migliaia di prigionieri che non hanno fatto ritorno, morti di malattie allora incurabili o di stenti nei campi di prigionia austriaci. Ma è stato anche un uomo che ha donato un grande affetto ai genitori e ai fratelli, che ha amato la sua Vittoria, che ha pianto per i figli morti poco dopo la nascita, che ha conservato la sua umanità e i suoi valori nell'orrore della guerra. E lo ha raccontato. Lo ha confessato a delle pagine scritte e riscritte, consegnandoci una preziosa memoria di uomini, luoghi e tempi che non ci sono più, ma che hanno ancora tanto da insegnarci.