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L'opera, che viene presentata qui per la prima volta, è di notevole interesse, sia per la figura dell'illustre pittore piemontese Pietro Alessandro Trono (1697-1781), sia perché ci consegna un frammento non ancora conosciuto di storia religiosa della Torino settecentesca. Eseguito «circa l'anno di nostra salute millesettecentosessantadue», il piccolo quadro a olio, dipinto in modo egregio, rappresenta nella parte alta un calice sospeso fra le nubi sul quale si libra un'ostia raggiante circondata da cherubini adoranti; nella rappresentazione vi è anche, a giudizio degli autori, un richiamo al Miracolo eucaristico di Torino del 6 giugno 1453.