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Il Divino Marchese, paladino di ogni lussuria, vaga per la pianura Padana, annoiato, cercando di realizzare l'estremo vizio; Sherlock Holmes risolve "uno dei più singolari" casi della sua "mirabolante carriera d'investigatore" confrontandosi con l'eccentrico scrittore (e mirabile passeggiatore) Robert Walser; un gruppo di spiantati via Facebook rievoca l'era di Woodstock e di Jimi Hendrix e i preti vanno in giro con la pistola, azzannano i pitbull e sembrano sbucare da un violentissimo hard boiled. La vera perversione di Roberto Barbolini, in queste cinque rotonde storie perverse, è stilistica: con capacità passa dal racconto storico allo sketch frugale, dal gergo telematico al dettato ottocentesco. Invitando allo stesso tavolo Sade e Conan Doyle, Raymond Chandler e Giovannino Guareschi, Pier Vittorio Tondelli, Petrarca e i Pink Floyd.