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Profeticamente, Pasolini ha forgiato la carriera letteraria di Padovani, "credo di capire che in te prevarrà la vocazione critica su quella poetica: forse per quel tanto di coatto distacco dalla vita che la tua malattia ti impone [...], che è un distacco pieno di figliale amore, quello che rende sacra la vita, o che sa dissacrarla senza perderla". Questa specie di lamina orfica si è poi avverata: il Padovani avvertito saggista di libri sempre border line, mai lineari, che bordeggiano l'indicibile, non è poi diverso dal Cesarino narratore (la poesia, come profetizzato da Pasolini, muore con la maturità), in cui il racconto è un organo privilegiato per dire il miracolo e la disfatta - del linguaggio. In appendice il carteggio con Pasolini.