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"Arbeit Macht Frei" è il primo romanzo italiano che ha il coraggio di indagare le frustrazioni dell'era turbocapitalista, che con tripla ferocia mette alla berlina la vita di questi anni sacrificati al denaro, che scava nell'obolo esistenziale per cui "la morte si sconta vivendo". In una Torino allucinata da un turbinio di sogni e deliri, un imprenditore ossessionato dal fatturato, in bilico tra morte e salvezza, compie un fugace percorso di redenzione. "Arbeit Macht Frei" è il "1984" del nostro tempo, Zanin fonde la visionarietà di Orwell alla potenza di Paolo Volponi, compiendo un violento atto d'accusa nei confronti delle ingiustizie sociali.